Il centro storico di Lecce si satura ILLEGALMENTE di pub e ristoranti (contro le leggi nazionali e il piano regolatore particolareggiato - con le sue norme tecniche di attuazione). Per questo gli affitti schizzano alle stelle e gli artigiani ed i commercianti sono sfrattati dai loro locali in centro. Gli illeciti di funzionari e classe politica saranno perseguiti penalmente? Basterà (l'annunciato) "colpo di spugna" amministrativo? E a noi onesti chi ci pensa?

P.S. Chi vuole collaborare con noi (dalle province di Bari, Brindisi, Foggia e Taranto - artisti, politici, rappresentanti di Associazioni), non aspetti a contattarci! Lasciate un commento o una mail a frvitie@tin.it e sarete ricontattati in mezza giornata! Solo uomini "di buona volontà"...

P.P.S. Ecco la proposta di Legge Regionale sull'Artigianato Artistico e le Botteghe Storiche pugliesi, a cura dell'Ass. Nuovo centro storico di Lecce. Buona lettura.



venerdì 29 maggio 2009

Parlano di noi: il Quotidiano di Lecce

Dal Quotidiano di Lecce del 29 maggio 2009:


Ad maiora!

giovedì 28 maggio 2009

Parlano di noi: Gazzetta del Mezzogiorno

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 27 maggio 2009:


Chiacchiere 0 - Fatti 1. Palla al centro...

sabato 23 maggio 2009

Quando il gioco si fa duro...

Lo Scultore Francesco Vitiello (Ass. nuovo centro storico) e
il Capo Gabinetto della Presidenza della Regione Puglia, Francesco Manna.


COMUNICATO STAMPA:

Ieri (giovedì) Valerio Guacci e Francesco Vitiello (presidente e responsabile cultura dell'Associazione Nuovo centro storico di Lecce) hanno incontrato a Bari il Capo Gabinetto del Presidente della Regione Puglia, l'avv. Manna e gli hanno consegnato una proposta di Legge Regionale di tutela dell'artigianato artistico e dei negozi storici pugliesi. Ad un anno dalle prime iniziative di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e della classe politica locale (articoli sulla stampa locale, la presentazione di progetti a Comune e Provincia, una Conferenza sul tema a luglio 2008), lo studio svolto ha raccolto una serie non trascurabile di manifestazioni d'interesse, non ultima quella del Rettore dell'Università del Salento Laforgia e di numerosi commercianti ed artigiani leccesi ed ostunesi, più quelle su “facebook”, la comunità virtuale sul web.


La proposta di Legge Regionale, integrando il gran numero di atti deliberati negli ultimi 15- 20 anni dagli enti locali italiani al caso pugliese (anche in un'ottica di pianificazione autonoma e federalistica della politica regionale), ha raccolto l'interesse del vertice politico regionale ed è stata destinata al successivo vaglio dei funzionari e dei consiglieri dei rami Urbanistica ed Attività produttive della Regione, andando a qualificare ulteriormente l'insieme dei prossimi dispositivi di legge focalizzati al commercio ed all'urbanistica nei centri storici della Puglia.

Finalmente la regione Puglia si avvia a recuperare i decenni di ritardo legislativo accumulati nel vasto campo della salvaguardia e della tutela dei centri storici.

Segue estratto della proposta di legge:
Preambolo

L’artigianato artistico, gli “antichi mestieri” ed il commercio al dettaglio sono le tradizionali attività svolte nei centri storici italiani dal medio-evo fino ai giorni nostri ed hanno fondato e plasmato il nostro tessuto culturale, urbanistico, sociale e produttivo: fino a quarant’anni fa ciò è stato vero nonostante la “rivoluzione industriale” dell’800 e la susseguente selvaggia accelerazione della crescita del mercato. Fino ad allora, infatti, un costante ricambio generazionale ha assicurato il mantenimento delle peculiarità locali in svariati settori (dall’agricoltura all’artigianato alla gastronomia, e così via), nonostante che le condizioni dell’economia abbiano lentamente svantaggiato alcune attività in favore di altre ed il progresso abbia portato al declino ed all’abbandono delle forme di lavoro più arcaiche o nocive alla salute umana ed ambientale.

Da solo pochi anni, però, si è presa coscienza di due aspetti cruciali:
- la veloce scomparsa, da una parte, delle forme tradizionali di artigianato artistico (quelle, per intenderci, delle vecchie botteghe d’arte dei doratori, degli scultori, dei cartapestai, dei decoratori di maioliche, dei vetrai, degli ebanisti e dei maestri del ferro battuto, etc.) e del commercio (si intende la piccola distribuzione, magari da decenni nello stesso locale, nello stesso settore merceologico e con le stigliature d’epoca, radicata profondamente nel sentimento comune dei cittadini),
- l’importanza, dall’altra, della sopravvivenza delle forme tradizionali dell’artigianato artistico e del commercio in quanto parti fondamentali ed insostituibili dell’identità popolare, di attività di attrazione e fruizione turistica in quanto struttura basale su cui imbastire e sviluppare i progetti di riqualificazione e rivitalizzazione urbana dei centri storici.

Gli ultimi venti anni di speculazione immobiliare subita dai centri storici (l’induzione al trasferimento dei residenti, l’accaparramento degli edifici a prezzi bassissimi, l’accesso ai finanziamenti pubblici per il restauro ed il seguente riutilizzo e re-immissione sul mercato a prezzi molto alti - per non parlare dei mutui e del rialzo delle quotazioni immobiliari...) hanno estromesso famiglie, laboratori di produzione artigianale e piccolo commercio, accogliendo studi legali, sedi di Istituzioni pubbliche, attività di ristorazione e pub fin negli angoli più silenziosi o caratteristici delle stradine settecentesche.

Quanto fin qui detto e la scarsa attenzione verso lo “snaturamento” funzionale delle unità locative (reso possibile dall’assenza o dall’infrazione di piani regolatori generali, particolareggiati e norme tecniche di attuazione), hanno portato a vari eccessi:
- l’utilizzo intensivo e concentrato in poche ore della giornata delle strade di accesso o interne al centro storico da parte delle “utenze” degli uffici e di ristoranti e pub (con gli onnipresenti tavolini, posizionati su marciapiedi, strade e piazze),
- il semplice “non utilizzo” dei centri storici per il resto della giornata, quindi le lunghe sequenze di porte chiuse e saracinesche abbassate di ristoranti, pub e loro depositi,
- il rialzo dei canoni di affitto dei locali affacciati sulla strada, passati dai vecchi 150 o 250 euro agli attuali 750, 1200 o 2700 euro (per 20 m2 in zone più centrali...), assolutamente non alla portata degli artisti e di quei commercianti già in svantaggiosa concorrenza con la media e grande distribuzione,
- in alcuni casi, nelle zone di più alto pregio, la politica commerciale di espansione dei marchi di franchising (o delle “catene” dei circuiti manifatturiero, alberghiero, bancario, della ristorazione) ha letteralmente drogato il mercato delle locazioni, imponendo una (legittima, ma brutale) “asta” su valori palesemente estranei da ogni logica di mercato: migliaia di euro di canone di affitto rendono negativo il bilancio commerciale della singola attività, ma i gestori accettano una tale situazione di “perdita” (ove non vi sia attività di riciclaggio di danaro di provenienza illecita) per esclusive ragioni di “immagine” e rappresentanza del marchio stesso.

In più, in molti centri storici, i piccoli operatori hanno dovuto affrontare (con i loro pochi mezzi) sia i danni derivanti dalla chiusura al traffico fatta senza la contemporanea creazioni di parcheggi di scambio (o servizi alternativi di mobilità) che la cantierizzazione di opere stradali ed edilizie fatte senza prevedere alcuna forma di indennizzo (a fronte di disagi protratti per mesi, quando non per anni).

Conclusioni

La politica degli enti locali italiani ha affrontato il problema che qui si porta all’attenzione strutturando azioni di tutela e salvaguardia, pur senza porre drastici vincoli al mercato o mettere in atto forme di sovvenzionamento diretto (delle quali, per inciso, godono il Cinema, il Teatro lirico e di Prosa, l’Agricoltura, etc. ...), ma dall’opposto punto di vista: l’artigianato artistico e la rete dei negozi storici sono, ancora oggi, una ricchezza, culturale ed economica, specie in territori dalle forti connotazioni etnico-culturali come, appunto, la Puglia. Essi sono la base (insieme al grande patrimonio di coste e ai siti di interesse storico-ambientale) di ogni politica di sfruttamento delle potenzialità turistiche del territorio.

Senza peculiarità numerose e fruibili, che siano volano e traino del marketing del territorio, ogni posto vale l’altro: qualsiasi vetrinetta da Autogrill o aeroporto può smerciare un sedicente “artigianato artistico pugliese”, qualsiasi scaffale di ipermercato può soddisfare la domanda di prodotti locali, ma questo non può che andare a detrimento della remuneratività dei mestieri d’arte e delle “filiere” della distribuzione e dell’eccellenza artigiana.

La Regione Puglia presenta un ritardo di più di dieci anni rispetto alle disposizioni deliberate altrove in Italia: oggi è un bene, perchè significa poter legiferare consapevoli di annose esperienze altrui.
Ne va di mezzo la storia, il tessuto sociale e culturale, la potenzialità produttiva, lo sviluppo di una città, di una regione e, inesorabilmente, l’identità stessa di una nazione.
Linee guida nazionali

I dispositivi di legge adottati dagli enti locali italiani per i settori dell’artigianato artistico e dei negozi storici si sono orientati verso:
- il censimento;
- la classificazione;
- la creazione di norme per il riconoscimento di uno “status”;
- la creazione di Albi/Istituti/Fondazioni per gestire iscrizioni/cancellazioni/iniziative/rappresentanza;
- l’enumerazione di linee-guida di tutela, l’incentivo alla creazione di consorzi/associazioni/reti di negozi di vicinato/centri commerciali naturali, le norme per la garanzia e per l’accesso al credito;
- l’assegnazione di spazi pubblici (in comodato gratuito/canone agevolato) atti alla apertura di attività storiche d’arte o di commercio o assimilate, per la diffusione sul territorio o la ri-locazione di quelle sfrattate o altrimenti estromesse dal mercato;
- l’istituzione ed il patrocinio delle botteghe-scuola, per tramandare l’insegnamento dei mestieri tradizionali alle nuove generazioni di apprendisti.

Panorama normativo ed iniziative nazionali

Nella nostra ricerca, si è fatto riferimento a:

Firenze Esercizi storici e tradizionali (tabelle allegate alle NTA del PRG Del. C.C. n.604 12/07/1993, Del. C.C. 185 del 24/11/1999) - Ex-convento del Carmine sede per la Mostra permanente dell’artigianato artistico e sede della Fondazione (Del. G.C. 1039 del 27/12/2001);
R. Piemonte Eccellenza artigiana, botteghe-scuola (Testo Unico per l’artigianato L.R. n.1 del 14/1/2009);
Bologna Botteghe storiche (L.R. Emilia Romagna n. 14 del 5/7/1999, Del. C.C. n. 204/2000, Del. G.C. n. 78/2004);
Roma Iniziative dell’Associazione negozi storici di Roma dell’Arch. Stefano Biagini, che hanno portato a:
Botteghe storiche (Del. C.C. n. 139 del 21/7/1997, Del. C.C. n. 100 del 15/10/2001, Del. C.C. n. 187 del 29/9/2003, Del. C.C. n. 130 del 14/6/2005) - Tutela e riqualificazione delle attività commerciali ed artigianali nel perimetro della città storica (Del. G.C. n. 261 del 7/12/2005 passata in Consiglio con Del. C.C. n. 36 del 6/2/2006);
R. Lazio L.R. Lazio n. 31 del 6/12/2001 e Del. G.R. n. 723 del 2/8/2005;
Trento Interventi per la valorizzazione commerciale del centro storico - Botteghe storiche e riuso contenitori per insediamento attività (Del. G.P. n. 340 del 16/2/2001) Piano commerciale dei centri storici (L.P. n. 4 del 8/5/2000);
Perugia Piano economico e commerciale del centro storico del 2002 (Istituto per l’artigianato artistico);
R. Marche Interventi per il potenziamento e lo sviluppo dell’artigianato artistico marchigiano - Botteghe-scuola (L.R. Marche n. 19 del 2/6/1992) - L.R. n. 20 del 28/10/2003 (Testo unico delle norme in materia artigiana e dei servizi alla produzione) e sue modifiche (L.R. n. 29 del 24/10/2008);
R. Lombardia Lombardia eccellenza artigiana: Progetto ARTIS, comparti del legno e dell’oreficeria (Del. G.R. n. 3654/2006);
Torino Restauro con fondi FESR (Art. 10 Reg. CE 2081/92 FESR, Città di Torino, Ministero dei Lavori Pubblici, Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo e CCIAA) dell’ex-Arsenale militare di Borgo Dora, ottenendo 37 spazi (nel “Cortile dei ciliegi” e nel rinnovato “Cortile del Maglio”) messi a bando per l’apertura di attività dei Maestri dell’Eccellenza Artigiana Piemontese, attività commerciali e studi professionali;
Brindisi Restauro con fordi FESR-URBAN delle ex-Scuole Pie degli Scolopi e creazione di 11 locali da assegnare a canone agevolato “La corte delle botteghe artigiane” (Del. G.C. n. 251 del 12/6/2008);
Sinnai (CA) Realizzazione di 12 locali da assegnare a canone agevolato in Piazza S. Isidoro (Del. C.C. n. 24 del 14/6/2007, Del. G.C. n. 45 del 26/3/2008);
Jesi (AN) Restauro degli Agostiniani (9 locali per artigian. artistico più 15 abitaz. popolari), Palazzo Santoni (show-room su due piani per marketing territoriale più 8 abitaz.), Largo Saponari (5 abitaz.);
Risoluzione del Parlamento europeo sullo statuto sociale degli artisti (2006/2249(INI) del 7/6/2007) Preambolo e raccomandazioni;
Lecce Adozione del marchio De.Co. (Del. C.C. n.6 del 3/2/2003, Del. C.C. n.103 del 17/11/2008).

Legge quadro su Artigianato artistico, Locali storici,
Eccellenza artigiana e Botteghe-scuola.

SOMMARIO
TITOLO I.
DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1. (Finalità)
Art. 2. (Beneficiari degli interventi, Linee guida e Requisiti)
Art. 3. (Risorse - Commissione regionale per l’artigianato artistico presso la Presidenza della Giunta Regionale)

TITOLO II.
TUTELA DELL’ARTIGIANATO ARTISTICO

Capo I. Agevolazioni e servizi per le imprese

Art. 4. (Obiettivi)
Art. 5. (Strumenti d’intervento)
Art. 6. (Tipologie d’intervento)
Art. 7. (Consorzi e cooperative di garanzia collettiva fidi)
Art. 8. (Servizi di informazione e assistenza alle imprese)
Art. 9. (Programmazione ed attuazione degli interventi)
Art. 10. (Gestione degli interventi)

Capo II. Eccellenza artigiana, bottega-scuola, Maestro dell’ Eccellenza artigiana

Art. 11. (Obiettivi)
Art. 12. (Interventi)
Art. 13. (Eccellenza artigiana)
Art. 14. (Bottega-scuola)
Art. 15. (Maestro dell’ Eccellenza artigiana)
Art. 16. (Programmazione ed attuazione degli interventi)
Art. 17. (Controlli)

TITOLO III.
TUTELA DELLE BOTTEGHE E DEI NEGOZI STORICI

Art. 18. (Censimento ed elenco regionale dei negozi storici)
Art. 19. (Finanziamenti per la valorizzazione dei locali storici e per il sostegno delle relative attività)
Art. 20. (Beneficiari)
Art. 21. (Indirizzi e limiti per la concessione dei finanziamenti)
Art. 22. (Procedure per la concessione dei finanziamenti)
Art. 23. (Vincoli per la destinazione d’uso)
Art. 24. (Disposizione transitoria)
Art. 25. (Disposizione finanziaria)

TITOLO IV.
ASSEGNAZIONE DI LOCALI DI PROPRIETÀ PUBBLICA
A BOTTEGHE E NEGOZI TUTELATI

Art. 26. (Assegnazione di locali pubblici e rilocazione di Botteghe-scuola e Locali storici)

ALLEGATI

Disciplinare
Regolamento sui Locali storici
Regolamento per l’Albo Regionale dei Locali Storici pugliesi
Regolamento per la Concessione in Locazione

Art. 1.
(Finalità)
1. Le norme della seguente Legge sono orientate esclusivamente verso:
a) il settore dell’artigianato artistico e dell’arte;
b) il settore dell’artigianato manifatturiero di tradizione, caratterizzante l’identità locale;
c) gli antichi mestieri storici, caratterizzanti l’identità locale;
d) l’artigianato manifatturiero legato a feste, sagre e ricorrenze locali radicate nelle tradizioni popolari e/o in fase di recupero e valorizzazione;
e) gli esercizi commerciali e dell’artigianato artistico aperti al pubblico che hanno valore storico, culturale, tradizionale e documentario, anche riferiti agli antichi mestieri.
Le altre forme di artigianato, commercio e produzione eno-gastronomica esulano dalla materia qui considerata.
[...]

Art. 13.
(Eccellenza artigiana)
1. La Giunta regionale, sentite le associazioni corporative dell’artigianato artistico e la Commissione regionale per l’artigianato artistico presso la Presidenza della Giunta Regionale, definisce:
a) i criteri e le modalità per la predisposizione di appositi disciplinari, nonché per la selezione delle imprese in possesso dei requisiti previsti dai disciplinari stessi;
b) la denominazione “Eccellenza artigiana”, il marchio “Puglia Eccellenza Artigiana”, le procedure per la creazione di un logotipo di identificazione e gli usi consentiti dello stesso.

Art. 14.
(Bottega-scuola)
1. La Regione favorisce la realizzazione di programmi di addestramento tecnico−pratici ulteriori a quelli previsti nei piani regionali di formazione professionale, rivolti alla trasmissione delle conoscenze tecniche, delle competenze e delle abilità di lavoro manuale.
2. Le imprese dell’artigianato artistico che hanno ottenuto la denominazione di “Eccellenza artigiana” sono chiamate a concorrere all’attuazione dell’istruzione delle nuove leve del lavoro, in qualità di Botteghe-scuola, sulla base di convenzioni che ne valorizzino la prevalente funzione formativa e lavorativa.
3. La Giunta regionale individua i beneficiari e le modalità per l’attuazione delle Botteghe-scuola, sentita la Commissione regionale per l’artigianato artistico presso la Presidenza della Giunta Regionale e gli eventuali atti di indirizzo della Commissione e dell’Assessorato regionale alla Formazione Professionale; definisce, altresì:
a) i criteri e le modalità per la predisposizione di appositi disciplinari, nonché per la selezione delle imprese in possesso dei requisiti previsti dai disciplinari stessi;
b) le procedure per la creazione di un logotipo di identificazione e gli usi consentiti dello stesso.

Art. 15.
(Maestro dell’Eccellenza Artigiana)
1. É istituito il titolo di “Maestro dell’Eccellenza Artigiana”, che è rilasciato ai titolari e ai soci di impresa dell’Eccellenza Artigiana che partecipano alle Botteghe-scuola.
2. La Giunta regionale definisce i requisiti e le modalità per il conferimento del titolo di “Maestro dell’Eccellenza Artigiana”, sentite le associazioni corporative dell’artigianato artistico e la Commissione regionale per l’artigianato artistico presso la Presidenza della Giunta Regionale.
[...]

Art. 26.
(Assegnazione di locali pubblici e rilocazione di Botteghe-scuola e Locali storici)
1. La Regione, ai sensi dell’art. 16 L. R. n. 11 del 1/8/2003 “Nuova disciplina del commercio”, commi 6 e 7, e conformemente agli obiettivi della presente Legge, provvede a rilocare le Botteghe-scuola e Locali Storici a rischio di scomparsa dal tessuto urbano del territorio regionale, dichiarando la disponibilità dei locali, di proprietà regionale, atti all’impianto di tali attività; tale disponibilità si intende a fronte di contratti di affitto a canone agevolato o in comodato d’uso gratuito cinquantennale, da predisporre in favore delle singole attività o delle associazioni corporative dell’artig.artist.
2. Per quanto previsto dal comma 1, la Regione assegna priorità, nell’ordine, a:
a) Maestri dell’Eccellenza Artigiana e titolari di Locali Storici già sfrattati;
b) Botteghe-scuola e Locali Storici sotto sfratto.

Il Presidente dell'Associazione nuovo centro storico di Lecce, Valerio Guacci e
il Capo Gabinetto della Presidenza della Regione Puglia, Francesco Manna.

De.Co. 0 - fatti concreti 1

P.S.:
Ma il comunicato stampa, riportato quassù con le foto,
è scritto in italiano?
Ma l'italiano lo sanno leggere?

giovedì 14 maggio 2009

Partiamo!

L'Associazione nuovo centro storico va in delegazione a Bari per portare la proposta di legge regionale di tutela dell'artigianato artistico e delle botteghe storiche.

Colloquio preliminare con il Capo di Gabinetto del Presidente Vendola il 21 c.m.:

Da: Segreteria Tecnica del Capo di Gabinetto - Regione Puglia Inviato: gio 14/05/2009 12.23
Gentile Sig. Guacci,
come da accordi telefonici, le comunico che il Capo di Gabinetto, Avv. Manna, potrà incontrarla il 21 maggio prossimo alle ore 11.30 presso il Gabinetto del Presidente Lungomare N. Sauro,33 Bari.
La chiamerò il giorno prima. Buona giornata.
Segreteria tecnica Capo di Gabinetto

Chi mi vuole bene, dica pure "In bocca al lupo!", gli altri che vadano ... tra di loro!

STAY TUNED FOLKS!

martedì 12 maggio 2009

Complimenti, Mr. D'Agata!



Il signor Giovanni D'Agata ha una ricetta pronta per risolvere i problemi degli artigiani: gli SGRAVI FISCALI.
Bravo!... Ma perché nessuno ci aveva pensato prima?!
Dalle colonne del Quotidiano del 26 gennaio ha argomentato tale tesi e da quel giorno niente è
più stato come prima... nonostante ciò, poche voci... (la mia e quella di Valerio Guacci) hanno osato rilevare l'incongruenza del suo assunto, la totale vacuità ed inefficacia...



Così (come Britney Spears in "oops, I did it again..."), riecco il Nostro alla carica dalle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno del 6 maggio, con una ricetta pronta per risolvere i problemi dei commercianti danneggiati dall'andamento dei lavori in città (per lo sciagurato arrivo del G8): gli SGRAVI FISCALI. Bravo!... Ma perché nessuno ci aveva pensato prima?!

Signor D'Agata... ce lo spieghi: ma perché, ogni tanto, le va di prenderci in giro?

P.S.
Pensandoci bene, propongo SGRAVI FISCALI per la lotta all'influenza suina e SGRAVI FISCALI per contrastare il fenomeno della clandestinità degli immigrati extra-comunitari. O no?

giovedì 7 maggio 2009

God bless Mr. Laforgia!



Chi vi sta più simpatico?
Chi vorreste come vicino di casa?

alla fine, chi volete: Gesù o Barabba?

Scherzi a parte, alle prossime elezioni io non voto. Voi fate quello che volete, o quello che potete...
Si è capito la mia scelta? Mah, se avete dubbi cercatemi su facebook... ne vedrete delle belle!

domenica 3 maggio 2009

Proposta di Legge Regionale

Associazione nuovo centro storico di Lecce

Proposta di Legge Regionale per la tutela dei settori
dell’artigianato artistico e dei locali storici di Puglia.

Preambolo
Conclusioni
Linee guida nazionali
Panorama normativo ed iniziative nazionali

Legge quadro su Artigianato artistico, Locali storici,
Eccellenza artigiana e Botteghe-scuola.
Allegati:
Allegato I. Regolamento per l’Albo Regionale dei Locali Storici pugliesi
Allegato II. Regolamento per la concessione in locazione a
Botteghe-scuola e Locali Storici
Allegato III. Disciplinare per Artigianato Artistico ed Eccellenza Artigiana
Allegato IV. Elenco delle lavorazioni da tutelare

Preambolo

L’artigianato artistico, gli “antichi mestieri” ed il commercio al dettaglio sono le tradizionali attività svolte nei centri storici italiani dal medio-evo fino ai giorni nostri ed hanno fondato e plasmato il nostro tessuto culturale, urbanistico, sociale e produttivo: fino a quarant’anni fa ciò è stato vero nonostante la “rivoluzione industriale” dell’800 e la susseguente selvaggia accelerazione della crescita del mercato. Fino ad allora, infatti, un costante ricambio generazionale ha assicurato il mantenimento delle peculiarità locali in svariati settori (dall’agricoltura all’artigianato alla gastronomia, e così via), nonostante le condizioni dell’economia abbiano lentamente svantaggiato alcune attività in favore di altre ed il progresso abbia portato al declino ed all’abbandono delle forme di lavoro più arcaiche o nocive alla salute umana ed ambientale.

Solo da pochi anni, però, si è presa coscienza di due aspetti cruciali:

- la veloce scomparsa, da una parte, delle forme tradizionali di artigianato artistico (quelle, per intenderci, delle vecchie botteghe d’arte dei doratori, degli scultori, dei cartapestai, dei decoratori di maioliche, dei vetrai, degli ebanisti e dei maestri del ferro battuto, etc.) e del commercio (si intende la piccola distribuzione, magari da decenni nello stesso locale, nello stesso settore merceologico e con le stigliature d’epoca, radicata profondamente nel sentimento comune dei cittadini),

- l’importanza, dall’altra, della sopravvivenza delle forme tradizionali dell’artigianato artistico e del commercio in quanto parti fondamentali ed insostituibili dell’identità popolare, di attività di attrazione e fruizione turistica in quanto struttura basale su cui imbastire e sviluppare i progetti di riqualificazione e rivitalizzazione urbana dei centri storici.

Gli ultimi venti anni di speculazione immobiliare subita dai centri storici (l’induzione al trasferimento dei residenti, l’accaparramento degli edifici a prezzi bassissimi, l’accesso ai finanziamenti pubblici per il restauro ed i susseguenti riutilizzo e reimmissione sul mercato a prezzi molto alti - per non parlare dei mutui e del rialzo delle quotazioni immobiliari...) hanno estromesso famiglie, laboratori di produzione artigianale e piccolo commercio, accogliendo studi legali, sedi di Istituzioni pubbliche, attività di ristorazione e pub fin negli angoli più silenziosi o caratteristici delle stradine settecentesche.

Quanto fin qui detto e la scarsa attenzione verso lo “snaturamento” funzionale delle unità locative (reso possibile dall’assenza o dall’infrazione di piani regolatori generali, particolareggiati e norme tecniche di attuazione) hanno portato a vari eccessi:
- l’utilizzo intensivo e concentrato in poche ore della giornata delle strade di accesso o interne al centro storico da parte delle “utenze” degli uffici e di ristoranti e pub (con gli onnipresenti tavolini, posizionati su marciapiedi, strade e piazze),
- il semplice “non utilizzo” dei centri storici per il resto della giornata (quindi le lunghe sequenze di porte chiuse e saracinesche abbassate di ristoranti, pub e loro depositi) - grave e controproducente, in termini di accoglienza e sfruttamento del turismo, nonché per la stessa “vivibilità” urbana,
- il rialzo dei canoni di affitto dei locali affacciati sulla strada, passati dai vecchi 150 o 250 euro agli attuali 750, 1200 o 2700 euro (per 20 m2 in zone più centrali...), assolutamente non alla portata degli artisti e di quei commercianti già in svantaggiosa concorrenza con la media e grande distribuzione,
- in alcuni casi, nelle zone di più alto pregio, la politica commerciale di espansione dei marchi di franchising (o delle “catene” dei circuiti manifatturiero, alberghiero, bancario, della ristorazione) ha letteralmente drogato il mercato delle locazioni, imponendo una (legittima, ma brutale) “asta” su valori palesemente estranei da ogni logica di mercato: migliaia di euro di canone di affitto rendono negativo il bilancio commerciale della singola attività, ma i gestori accettano una tale situazione di “perdita” (ove non vi sia attività di riciclaggio di danaro di provenienza illecita) per esclusive ragioni di “immagine” e rappresentanza del marchio stesso.

In più, in molti centri storici, i piccoli operatori hanno dovuto affrontare (con i loro pochi mezzi) sia i danni derivanti dalla chiusura al traffico (fatta senza la contemporanea creazioni di parcheggi di scambio, strutture e infrastrutture di supporto e servizi alternativi di mobilità...), che la cantierizzazione di opere stradali ed edilizie (fatte senza prevedere alcuna forma di indennizzo - a fronte di disagi protratti per mesi, quando non per anni...).
Conclusioni

La politica degli enti locali italiani ha affrontato il problema che qui si porta all’attenzione strutturando azioni di tutela e salvaguardia, pur non ponendo drastici vincoli al mercato o mettendo in atto forme di sovvenzionamento diretto (delle quali, per inciso, godono il Cinema, il Teatro lirico e di Prosa, l’Agricoltura, etc. ...): l’artigianato artistico e la rete dei negozi storici sono, ancora oggi, una ricchezza, culturale ed economica, specie in territori dalle forti connotazioni etnico-culturali come, appunto, la Puglia. Essi sono la base (insieme al grande patrimonio di coste e ai siti di interesse storico-ambientale) di ogni politica di sfruttamento delle potenzialità turistiche del territorio.

Senza peculiarità numerose e fruibili, che siano volano e traino del marketing del territorio, ogni posto vale l’altro: qualsiasi vetrinetta da Autogrill o aeroporto può smerciare un sedicente “artigianato artistico pugliese”, qualsiasi scaffale di ipermercato può soddisfare la domanda di prodotti locali, ma questo non può che andare a detrimento della remuneratività dei mestieri d’arte e delle “filiere” della distribuzione e dell’eccellenza artigiana.

La Regione Puglia presenta un ritardo di più di dieci anni rispetto alle disposizioni deliberate altrove in Italia: oggi è un bene, perchè significa poter legiferare consapevoli di annose esperienze altrui. Ne va di mezzo la storia, il tessuto sociale e culturale, la potenzialità produttiva, lo sviluppo di una città, di una regione e, inesorabilmente, l’identità stessa di una nazione.

Linee guida nazionali

I dispositivi di legge adottati dagli enti locali italiani per i settori dell’artigianato artistico e dei negozi storici si sono orientati verso:
- il censimento;
- la classificazione;
- la creazione di norme per il riconoscimento di uno “status”;
- la creazione di Albi/Istituti/Fondazioni per gestire iscrizioni/cancellazioni/iniziative/rappresentanza;
- l’enumerazione di linee-guida di tutela, l’incentivo alla creazione di consorzi/associazioni/reti di negozi di vicinato/centri commerciali naturali, le norme per la garanzia e per l’accesso al credito;
- l’assegnazione di spazi pubblici (in comodato gratuito/canone agevolato) atti alla apertura di attività storiche d’arte o di commercio o assimilate, per la diffusione sul territorio o la rilocazione di quelle sfrattate o altrimenti estromesse dal mercato;
- l’istituzione ed il patrocinio delle botteghe-scuola, per tramandare l’insegnamento dei mestieri tradizionali alle nuove generazioni di apprendisti.


Panorama normativo ed iniziative nazionali

Nella nostra ricerca, si è fatto riferimento a:

Firenze Esercizi storici e tradizionali (tabelle allegate alle NTA del PRG Del. C.C. n.604 12/07/1993, Del. C.C. 185 del 24/11/1999) - Ex-convento del Carmine sede per la Mostra permanente dell’artigianato artistico e sede della Fondazione (Del. G.C. 1039 del 27/12/2001);
R. Piemonte Eccellenza artigiana, botteghe-scuola (Testo Unico per l’artigianato L.R. n.1 del 14/1/2009);
Bologna Botteghe storiche (L.R. Emilia Romagna n. 14 del 5/7/1999, Del. C.C. n. 204/2000, Del. G.C. n. 78/2004);
Roma Iniziative dell’Associazione negozi storici di Roma dell’Arch. Stefano Biagini, che hanno portato a:
Botteghe storiche (Del. C.C. n. 139 del 21/7/1997, Del. C.C. n. 100 del 15/10/2001, Del. C.C. n. 187 del 29/9/2003, Del. C.C. n. 130 del 14/6/2005) - Tutela e riqualificazione delle attività commerciali ed artigianali nel perimetro della città storica (Del. G.C. n. 261 del 7/12/2005 passata in Consiglio con Del. C.C. n. 36 del 6/2/2006);
R. Lazio L.R. Lazio n. 31 del 6/12/2001 e Del. G.R. n. 723 del 2/8/2005;
Trento Interventi per la valorizzazione commerciale del centro storico - Botteghe storiche e riuso contenitori per insediamento attività (Del. G.P. n. 340 del 16/2/2001) Piano commerciale dei centri storici (L.P. n. 4 del 8/5/2000);
Perugia Piano economico e commerciale del centro storico del 2002 (Istituto per l’artigianato artistico);
R. Marche Interventi per il potenziamento e lo sviluppo dell’artigianato artistico marchigiano - Botteghe-scuola (L.R. Marche n. 19 del 2/6/1992) - L.R. n. 20 del 28/10/2003 (Testo unico delle norme in materia artigiana e dei servizi alla produzione) e sue modifiche (L.R. n. 29 del 24/10/2008);
R. Lombardia Lombardia eccellenza artigiana: Progetto ARTIS, comparti del legno e dell’oreficeria (Del. G.R. n. 3654/2006);
Torino Restauro con fondi FESR (Art. 10 Reg. CE 2081/92 FESR, Città di Torino, Ministero dei Lavori Pubblici, Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo e CCIAA) dell’ex-Arsenale militare di Borgo Dora, ottenendo 37 spazi (nel “Cortile dei ciliegi” e nel rinnovato “Cortile del Maglio”) messi a bando per l’apertura di attività dei Maestri dell’Eccellenza Artigiana Piemontese, attività commerciali e studi professionali;
Brindisi Restauro con fordi FESR-URBAN delle ex-Scuole Pie degli Scolopi e creazione di 11 locali da assegnare a canone agevolato “La corte delle botteghe artigiane” (Del. G.C. n. 251 del 12/6/2008);
Sinnai (CA) Realizzazione di 12 locali da assegnare a canone agevolato in Piazza S. Isidoro (Del. C.C. n. 24 del 14/6/2007, Del. G.C. n. 45 del 26/3/2008);
Jesi (AN) Restauro degli Agostiniani (9 locali per artigian. artistico più 15 abitaz. popolari), Palazzo Santoni (show-room su due piani per marketing territoriale più 8 abitaz.), Largo Saponari (5 abitaz.);
Risoluzione del Parlamento europeo sullo statuto sociale degli artisti (2006/2249(INI) del 7/6/2007) Preambolo e raccomandazioni;
Lecce Adozione del marchio De.Co. (Del. C.C. n.6 del 3/2/2003, Del. C.C. n.103 del 17/11/2008).
Regione Puglia

Legge quadro su Artigianato artistico, Locali storici,
Eccellenza artigiana e Botteghe-scuola.

SOMMARIO
TITOLO I.
DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1. (Finalità)
Art. 2. (Beneficiari degli interventi, Linee guida e Requisiti)
Art. 3. (Risorse - Commissione regionale per l’artigianato artistico presso la Presidenza della Giunta Regionale)

TITOLO II.
TUTELA DELL’ARTIGIANATO ARTISTICO

Capo I. Agevolazioni e servizi per le imprese

Art. 4. (Obiettivi)
Art. 5. (Strumenti d’intervento)
Art. 6. (Tipologie d’intervento)
Art. 7. (Consorzi e cooperative di garanzia collettiva fidi)
Art. 8. (Servizi di informazione e assistenza alle imprese)
Art. 9. (Programmazione ed attuazione degli interventi)
Art. 10. (Gestione degli interventi)

Capo II. Eccellenza artigiana, bottega-scuola, Maestro dell’ Eccellenza artigiana

Art. 11. (Obiettivi)
Art. 12. (Interventi)
Art. 13. (Eccellenza artigiana)
Art. 14. (Bottega-scuola)
Art. 15. (Maestro dell’ Eccellenza artigiana)
Art. 16. (Programmazione ed attuazione degli interventi)
Art. 17. (Controlli)

TITOLO III.
TUTELA DELLE BOTTEGHE E DEI NEGOZI STORICI

Art. 18. (Censimento ed elenco regionale dei negozi storici)
Art. 19. (Finanziamenti per la valorizzazione dei locali storici e per il sostegno delle relative attività)
Art. 20. (Beneficiari)
Art. 21. (Indirizzi e limiti per la concessione dei finanziamenti)
Art. 22. (Procedure per la concessione dei finanziamenti)
Art. 23. (Vincoli per la destinazione d’uso)
Art. 24. (Disposizione transitoria)
Art. 25. (Disposizione finanziaria)

TITOLO IV.
ASSEGNAZIONE DI LOCALI DI PROPRIETÀ PUBBLICA
A BOTTEGHE E NEGOZI TUTELATI


Art. 26. (Assegnazione di locali pubblici e rilocazione di Botteghe-scuola e Locali storici)

Commentate ed aderite, esprimendo l'interesse all'approvazione, in tempi brevi, della legge.