Il centro storico di Lecce si satura ILLEGALMENTE di pub e ristoranti (contro le leggi nazionali e il piano regolatore particolareggiato - con le sue norme tecniche di attuazione). Per questo gli affitti schizzano alle stelle e gli artigiani ed i commercianti sono sfrattati dai loro locali in centro. Gli illeciti di funzionari e classe politica saranno perseguiti penalmente? Basterà (l'annunciato) "colpo di spugna" amministrativo? E a noi onesti chi ci pensa?

P.S. Chi vuole collaborare con noi (dalle province di Bari, Brindisi, Foggia e Taranto - artisti, politici, rappresentanti di Associazioni), non aspetti a contattarci! Lasciate un commento o una mail a frvitie@tin.it e sarete ricontattati in mezza giornata! Solo uomini "di buona volontà"...

P.P.S. Ecco la proposta di Legge Regionale sull'Artigianato Artistico e le Botteghe Storiche pugliesi, a cura dell'Ass. Nuovo centro storico di Lecce. Buona lettura.



venerdì 28 novembre 2008

FATEVI UNA CULTURA: Paolo Berdini - La città in vendita


Paolo Berdini - La città in vendita - Ed. Donzelli 2008 € 25.oo - ISBN 9788860362261

Paolo Berdini è docente di urbanistica all’Università di Tor Vergata a Roma ed editorialista sui temi urbanistici dell’edizione romana del "Corriere della Sera".

pagg. 41-44

[...] Godere un caffè seduti intorno a un tavolo di una delle tante belle piazze delle nostre città è un piacere. Ma se i tavolini diventano troppi, sono guai. Anche per loro, come nei fenomeni naturali, vale il concetto di limite.
Nel caso dei tavolini del centro storico romano, il limite è da tempo superato.
Con una forza di autoriproduzione ignota e inesauribile occupano piazze, strade e vicoli. Aiutati dagli immancabili ombrelloni, nascondono storiche facciate, delicate aperture, splendide cornici. Restringono spazi sapientemente disegnati.
[...] E se tutto si fermasse al binomio ombrellone-tavolo, si potrebbe quasi tirare un sospiro di sollievo. Ma l'inesausta creatività degli acchiappaturisti non conosce soste e si sta sempre più sbizzarrendo in un'ardita opera di recinzione dello spazio, così da stabilire una volta per tutte la divisione con quello pubblico.
Questo, lasciato al destino di degrado. Il primo, tirato invece a lucido. Sorgono così fioriere con tristi simulacri di fiori di plastica dai colori inattendibili.
Griglie di legno - meglio se verniciate di verde (fa più effetto giardino) che consentono una maggiore riservatezza dagli sguardi degli sciami dei forzati delle visite guidate.
[...] L'apoteosi della modernità. Una concreta alternativa al progetto del parco archeologico dei Fori imperiali. Di fronte all'idea di un silenzioso "parco di pietra", inizia a delinearsi una nuova grande proposta per il futuro del centro storico di Roma: un'immensa pizzeria.

pag. 45

[...] Nel "grigio e burocratico" sistema di regole liberali in uso fino a pochi anni fa, l'apertura di alcuni esercizi commerciali era soggetta a una regola molto semplice. Si verificava l'esistenza di attività omologhe nelle immediate vicinanze e, nel caso ne fossero state riscontrate, poteva essere opposto un motivato diniego. Un modesto ed efficace strumento di programmazione.
Sostenere che l'unico modo per contrastare l'affermarsi della monocultura del mordi e fuggi, e il pericoloso impoverimento delle attività commerciali e artigianali nei centri storici, sia quello di tornare alla programmazione e riprendere, con modalità nuove e maggiormente trasparenti, quelle ragionevoli regole, vi farebbe classificare come nemici del mercato.

Eppure non c'è alternativa.

pag. 46

[...] Il caso di campo de' Fiori ne è un concreto esempio. Il contesto è quello di una delle parti più antiche e stratificate del centro di Roma, dove convivono tessuti medievali, palazzi rinascimentali - basti pensare a palazzo Farnese - e piccoli gioielli barocchi. Un luogo meraviglioso fino a pochissimi anni fa caratterizzato da una diffusa presenza di attività artigianali e di commercio al dettaglio.
La perdita di popolazione del rione è stata violenta. Nel rione Parione si è passati dagli oltre 13000 abitanti del 1951 a poco più di 3000 nel 2001. A Regola erano 12000 e non arrivano a 2500.
I primi a sparire sono stati gli artigiani, sostituiti da negozi di abbigliamento. A seguire è venuta la volta dei negozi di uso quotidiano.
[...] Oggi la complessità è sostituita da un'interminabile serie di locali che, seppur differenti nell'immagine, presentano un'offerta di prodotti identici, dai sapori tutti uguali, figli dell'industria dei precotti. Insomma, un'immensa concentrazione di offerta per il divertimento serale dei giovani: se ne contano 17 nella sola piazza.

Riporterei metà libro, se potessi, ma non è giusto (per l'autore) e non mi va.
Compratelo, leggetelo, cercate di capire la realtà in cui viviamo. Finalmente un Architetto ("capace" tanto nella sua scienza che in onestà) che vuole reggere e difendere il peso della storia e dell'identità culturale italiana e che si fa carico perfino di spiegarci le dinamiche e le cause dello sfascio morale, urbanistico e politico di Roma - Roma come Lecce, ovvio!

Alcune istintive reazioni di "fastidio" nei confronti dei rappresentanti locali dell'INU trovano una certa eco nelle pagine del libro... per essere uno scultore che "a stento sa leggere e scrivere e far di conto", non è male!
Ed io che speravo di avere una mano dagli architetti... puah!

1 commento:

  1. Il dibattito è l'unica realtà che porta a qualche cosa di vero ogi al tema della città.
    E' necessario che sappia emergere tra i cittadini nel modo più accettabile possibile sviluppando temi critici e ragionativi sui problemi. Ogni protagonismo allontana la città ela rende strumento per pochi. Partire piano per arrivare con il consenso della persone che ragionano e che si convincono strada facendo.
    Il dibattito deve partire dall'interno e con spirito sociale culturale su temi reali e concreti che toccano i cittadini...

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