Associazione nuovo centro storico di Lecce
Proposta di Legge Regionale per la tutela dei settori
dell’artigianato artistico e dei locali storici di Puglia.
Preambolo
Conclusioni
Linee guida nazionali
Panorama normativo ed iniziative nazionali
Legge quadro su Artigianato artistico, Locali storici,
Eccellenza artigiana e Botteghe-scuola.
Allegati:
Allegato I. Regolamento per l’Albo Regionale dei Locali Storici pugliesi
Allegato II. Regolamento per la concessione in locazione a
Botteghe-scuola e Locali Storici
Allegato III. Disciplinare per Artigianato Artistico ed Eccellenza Artigiana
Allegato IV. Elenco delle lavorazioni da tutelare
Preambolo
L’artigianato artistico, gli “antichi mestieri” ed il commercio al dettaglio sono le tradizionali attività svolte nei centri storici italiani dal medio-evo fino ai giorni nostri ed hanno fondato e plasmato il nostro tessuto culturale, urbanistico, sociale e produttivo: fino a quarant’anni fa ciò è stato vero nonostante la “rivoluzione industriale” dell’800 e la susseguente selvaggia accelerazione della crescita del mercato. Fino ad allora, infatti, un costante ricambio generazionale ha assicurato il mantenimento delle peculiarità locali in svariati settori (dall’agricoltura all’artigianato alla gastronomia, e così via), nonostante le condizioni dell’economia abbiano lentamente svantaggiato alcune attività in favore di altre ed il progresso abbia portato al declino ed all’abbandono delle forme di lavoro più arcaiche o nocive alla salute umana ed ambientale.
Solo da pochi anni, però, si è presa coscienza di due aspetti cruciali:
- la veloce scomparsa, da una parte, delle forme tradizionali di artigianato artistico (quelle, per intenderci, delle vecchie botteghe d’arte dei doratori, degli scultori, dei cartapestai, dei decoratori di maioliche, dei vetrai, degli ebanisti e dei maestri del ferro battuto, etc.) e del commercio (si intende la piccola distribuzione, magari da decenni nello stesso locale, nello stesso settore merceologico e con le stigliature d’epoca, radicata profondamente nel sentimento comune dei cittadini),
- l’importanza, dall’altra, della sopravvivenza delle forme tradizionali dell’artigianato artistico e del commercio in quanto parti fondamentali ed insostituibili dell’identità popolare, di attività di attrazione e fruizione turistica in quanto struttura basale su cui imbastire e sviluppare i progetti di riqualificazione e rivitalizzazione urbana dei centri storici.
Gli ultimi venti anni di speculazione immobiliare subita dai centri storici (l’induzione al trasferimento dei residenti, l’accaparramento degli edifici a prezzi bassissimi, l’accesso ai finanziamenti pubblici per il restauro ed i susseguenti riutilizzo e reimmissione sul mercato a prezzi molto alti - per non parlare dei mutui e del rialzo delle quotazioni immobiliari...) hanno estromesso famiglie, laboratori di produzione artigianale e piccolo commercio, accogliendo studi legali, sedi di Istituzioni pubbliche, attività di ristorazione e pub fin negli angoli più silenziosi o caratteristici delle stradine settecentesche.
Quanto fin qui detto e la scarsa attenzione verso lo “snaturamento” funzionale delle unità locative (reso possibile dall’assenza o dall’infrazione di piani regolatori generali, particolareggiati e norme tecniche di attuazione) hanno portato a vari eccessi:
- l’utilizzo intensivo e concentrato in poche ore della giornata delle strade di accesso o interne al centro storico da parte delle “utenze” degli uffici e di ristoranti e pub (con gli onnipresenti tavolini, posizionati su marciapiedi, strade e piazze),
- il semplice “non utilizzo” dei centri storici per il resto della giornata (quindi le lunghe sequenze di porte chiuse e saracinesche abbassate di ristoranti, pub e loro depositi) - grave e controproducente, in termini di accoglienza e sfruttamento del turismo, nonché per la stessa “vivibilità” urbana,
- il rialzo dei canoni di affitto dei locali affacciati sulla strada, passati dai vecchi 150 o 250 euro agli attuali 750, 1200 o 2700 euro (per 20 m2 in zone più centrali...), assolutamente non alla portata degli artisti e di quei commercianti già in svantaggiosa concorrenza con la media e grande distribuzione,
- in alcuni casi, nelle zone di più alto pregio, la politica commerciale di espansione dei marchi di franchising (o delle “catene” dei circuiti manifatturiero, alberghiero, bancario, della ristorazione) ha letteralmente drogato il mercato delle locazioni, imponendo una (legittima, ma brutale) “asta” su valori palesemente estranei da ogni logica di mercato: migliaia di euro di canone di affitto rendono negativo il bilancio commerciale della singola attività, ma i gestori accettano una tale situazione di “perdita” (ove non vi sia attività di riciclaggio di danaro di provenienza illecita) per esclusive ragioni di “immagine” e rappresentanza del marchio stesso.
In più, in molti centri storici, i piccoli operatori hanno dovuto affrontare (con i loro pochi mezzi) sia i danni derivanti dalla chiusura al traffico (fatta senza la contemporanea creazioni di parcheggi di scambio, strutture e infrastrutture di supporto e servizi alternativi di mobilità...), che la cantierizzazione di opere stradali ed edilizie (fatte senza prevedere alcuna forma di indennizzo - a fronte di disagi protratti per mesi, quando non per anni...).
Conclusioni
La politica degli enti locali italiani ha affrontato il problema che qui si porta all’attenzione strutturando azioni di tutela e salvaguardia, pur non ponendo drastici vincoli al mercato o mettendo in atto forme di sovvenzionamento diretto (delle quali, per inciso, godono il Cinema, il Teatro lirico e di Prosa, l’Agricoltura, etc. ...): l’artigianato artistico e la rete dei negozi storici sono, ancora oggi, una ricchezza, culturale ed economica, specie in territori dalle forti connotazioni etnico-culturali come, appunto, la Puglia. Essi sono la base (insieme al grande patrimonio di coste e ai siti di interesse storico-ambientale) di ogni politica di sfruttamento delle potenzialità turistiche del territorio.
Senza peculiarità numerose e fruibili, che siano volano e traino del marketing del territorio, ogni posto vale l’altro: qualsiasi vetrinetta da Autogrill o aeroporto può smerciare un sedicente “artigianato artistico pugliese”, qualsiasi scaffale di ipermercato può soddisfare la domanda di prodotti locali, ma questo non può che andare a detrimento della remuneratività dei mestieri d’arte e delle “filiere” della distribuzione e dell’eccellenza artigiana.
La Regione Puglia presenta un ritardo di più di dieci anni rispetto alle disposizioni deliberate altrove in Italia: oggi è un bene, perchè significa poter legiferare consapevoli di annose esperienze altrui. Ne va di mezzo la storia, il tessuto sociale e culturale, la potenzialità produttiva, lo sviluppo di una città, di una regione e, inesorabilmente, l’identità stessa di una nazione.
Linee guida nazionali
I dispositivi di legge adottati dagli enti locali italiani per i settori dell’artigianato artistico e dei negozi storici si sono orientati verso:
- il censimento;
- la classificazione;
- la creazione di norme per il riconoscimento di uno “status”;
- la creazione di Albi/Istituti/Fondazioni per gestire iscrizioni/cancellazioni/iniziative/rappresentanza;
- l’enumerazione di linee-guida di tutela, l’incentivo alla creazione di consorzi/associazioni/reti di negozi di vicinato/centri commerciali naturali, le norme per la garanzia e per l’accesso al credito;
- l’assegnazione di spazi pubblici (in comodato gratuito/canone agevolato) atti alla apertura di attività storiche d’arte o di commercio o assimilate, per la diffusione sul territorio o la rilocazione di quelle sfrattate o altrimenti estromesse dal mercato;
- l’istituzione ed il patrocinio delle botteghe-scuola, per tramandare l’insegnamento dei mestieri tradizionali alle nuove generazioni di apprendisti.
Panorama normativo ed iniziative nazionali
Nella nostra ricerca, si è fatto riferimento a:
Firenze Esercizi storici e tradizionali (tabelle allegate alle NTA del PRG Del. C.C. n.604 12/07/1993, Del. C.C. 185 del 24/11/1999) - Ex-convento del Carmine sede per la Mostra permanente dell’artigianato artistico e sede della Fondazione (Del. G.C. 1039 del 27/12/2001);
R. Piemonte Eccellenza artigiana, botteghe-scuola (Testo Unico per l’artigianato L.R. n.1 del 14/1/2009);
Bologna Botteghe storiche (L.R. Emilia Romagna n. 14 del 5/7/1999, Del. C.C. n. 204/2000, Del. G.C. n. 78/2004);
Roma Iniziative dell’Associazione negozi storici di Roma dell’Arch. Stefano Biagini, che hanno portato a:
Botteghe storiche (Del. C.C. n. 139 del 21/7/1997, Del. C.C. n. 100 del 15/10/2001, Del. C.C. n. 187 del 29/9/2003, Del. C.C. n. 130 del 14/6/2005) - Tutela e riqualificazione delle attività commerciali ed artigianali nel perimetro della città storica (Del. G.C. n. 261 del 7/12/2005 passata in Consiglio con Del. C.C. n. 36 del 6/2/2006);
R. Lazio L.R. Lazio n. 31 del 6/12/2001 e Del. G.R. n. 723 del 2/8/2005;
Trento Interventi per la valorizzazione commerciale del centro storico - Botteghe storiche e riuso contenitori per insediamento attività (Del. G.P. n. 340 del 16/2/2001) Piano commerciale dei centri storici (L.P. n. 4 del 8/5/2000);
Perugia Piano economico e commerciale del centro storico del 2002 (Istituto per l’artigianato artistico);
R. Marche Interventi per il potenziamento e lo sviluppo dell’artigianato artistico marchigiano - Botteghe-scuola (L.R. Marche n. 19 del 2/6/1992) - L.R. n. 20 del 28/10/2003 (Testo unico delle norme in materia artigiana e dei servizi alla produzione) e sue modifiche (L.R. n. 29 del 24/10/2008);
R. Lombardia Lombardia eccellenza artigiana: Progetto ARTIS, comparti del legno e dell’oreficeria (Del. G.R. n. 3654/2006);
Torino Restauro con fondi FESR (Art. 10 Reg. CE 2081/92 FESR, Città di Torino, Ministero dei Lavori Pubblici, Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo e CCIAA) dell’ex-Arsenale militare di Borgo Dora, ottenendo 37 spazi (nel “Cortile dei ciliegi” e nel rinnovato “Cortile del Maglio”) messi a bando per l’apertura di attività dei Maestri dell’Eccellenza Artigiana Piemontese, attività commerciali e studi professionali;
Brindisi Restauro con fordi FESR-URBAN delle ex-Scuole Pie degli Scolopi e creazione di 11 locali da assegnare a canone agevolato “La corte delle botteghe artigiane” (Del. G.C. n. 251 del 12/6/2008);
Sinnai (CA) Realizzazione di 12 locali da assegnare a canone agevolato in Piazza S. Isidoro (Del. C.C. n. 24 del 14/6/2007, Del. G.C. n. 45 del 26/3/2008);
Jesi (AN) Restauro degli Agostiniani (9 locali per artigian. artistico più 15 abitaz. popolari), Palazzo Santoni (show-room su due piani per marketing territoriale più 8 abitaz.), Largo Saponari (5 abitaz.);
Risoluzione del Parlamento europeo sullo statuto sociale degli artisti (2006/2249(INI) del 7/6/2007) Preambolo e raccomandazioni;
Lecce Adozione del marchio De.Co. (Del. C.C. n.6 del 3/2/2003, Del. C.C. n.103 del 17/11/2008).
Regione Puglia
Legge quadro su Artigianato artistico, Locali storici,
Eccellenza artigiana e Botteghe-scuola.
SOMMARIO
TITOLO I.
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1. (Finalità)
Art. 2. (Beneficiari degli interventi, Linee guida e Requisiti)
Art. 3. (Risorse - Commissione regionale per l’artigianato artistico presso la Presidenza della Giunta Regionale)
TITOLO II.
TUTELA DELL’ARTIGIANATO ARTISTICO
Capo I. Agevolazioni e servizi per le imprese
Art. 4. (Obiettivi)
Art. 5. (Strumenti d’intervento)
Art. 6. (Tipologie d’intervento)
Art. 7. (Consorzi e cooperative di garanzia collettiva fidi)
Art. 8. (Servizi di informazione e assistenza alle imprese)
Art. 9. (Programmazione ed attuazione degli interventi)
Art. 10. (Gestione degli interventi)
Capo II. Eccellenza artigiana, bottega-scuola, Maestro dell’ Eccellenza artigiana
Art. 11. (Obiettivi)
Art. 12. (Interventi)
Art. 13. (Eccellenza artigiana)
Art. 14. (Bottega-scuola)
Art. 15. (Maestro dell’ Eccellenza artigiana)
Art. 16. (Programmazione ed attuazione degli interventi)
Art. 17. (Controlli)
TITOLO III.
TUTELA DELLE BOTTEGHE E DEI NEGOZI STORICI
Art. 18. (Censimento ed elenco regionale dei negozi storici)
Art. 19. (Finanziamenti per la valorizzazione dei locali storici e per il sostegno delle relative attività)
Art. 20. (Beneficiari)
Art. 21. (Indirizzi e limiti per la concessione dei finanziamenti)
Art. 22. (Procedure per la concessione dei finanziamenti)
Art. 23. (Vincoli per la destinazione d’uso)
Art. 24. (Disposizione transitoria)
Art. 25. (Disposizione finanziaria)
TITOLO IV.
ASSEGNAZIONE DI LOCALI DI PROPRIETÀ PUBBLICA
A BOTTEGHE E NEGOZI TUTELATI
Art. 26. (Assegnazione di locali pubblici e rilocazione di Botteghe-scuola e Locali storici)
Commentate ed aderite, esprimendo l'interesse all'approvazione, in tempi brevi, della legge.
Il centro storico di Lecce si satura ILLEGALMENTE di pub e ristoranti (contro le leggi nazionali e il piano regolatore particolareggiato - con le sue norme tecniche di attuazione). Per questo gli affitti schizzano alle stelle e gli artigiani ed i commercianti sono sfrattati dai loro locali in centro. Gli illeciti di funzionari e classe politica saranno perseguiti penalmente? Basterà (l'annunciato) "colpo di spugna" amministrativo? E a noi onesti chi ci pensa?
P.S. Chi vuole collaborare con noi (dalle province di Bari, Brindisi, Foggia e Taranto - artisti, politici, rappresentanti di Associazioni), non aspetti a contattarci! Lasciate un commento o una mail a frvitie@tin.it e sarete ricontattati in mezza giornata! Solo uomini "di buona volontà"...
P.P.S. Ecco la proposta di Legge Regionale sull'Artigianato Artistico e le Botteghe Storiche pugliesi, a cura dell'Ass. Nuovo centro storico di Lecce. Buona lettura.
domenica 3 maggio 2009
Proposta di Legge Regionale
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